Il Pensiero Critico nel test Bocconi (novità 2023)

Nuovo Test Bocconi 2023

Il test di ammissione Bocconi per l’anno accademico 2023/2024 è composto da 50 domande, distribuite casualmente e suddivise in 4 aree:

  • Comprensione verbale: 11 quesiti
  • Matematica: 28 quesiti
  • Ragionamento numerico: 6 quesiti
  • Pensiero critico: 5 quesiti

La grande novità rispetto agli anni passati è l’introduzione della sezione di Pensiero Critico.

Nulla varia per quanto riguarda il tempo a disposizione, che è sempre di 75 minuti in totale. Per quanto riguarda i punteggi, questi vengono calcolati come segue:

  • risposta corretta: 1 punto
  • risposta non data: 0 punti
  • risposta errata: –0,2 punti (oppure -0,33 punti, nell’eventualità di quesiti che prevedano solo tre opzioni di risposta).

Per essere considerati valutabili ai fini della selezione, gli studenti devono ottenere un punteggio almeno pari ad almeno 17 punti.

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Pensiero Critico

La sezione di Pensiero Critico testa la capacità di concettualizzare, applicare, analizzare, sintetizzare e/o valutare le informazioni. Questa sezione è la più breve delle 3, con sole 5 domande.

Vi sono principalmente due tipologie di domande:

  1. Nella prima tipologia di domande saranno presentati dei dati e delle proposizioni e sarà necessario dire quali proposizioni sono vere (oppure false) rispetto ai dati forniti o definire quale tra le affermazioni riportate indebolisce o rafforza la tesi del testo.
  2. Nella seconda tipologia sarà presentato un breve brano. Il brano è seguito da un’affermazione e si dovrà decidere se questa informazione, in base a quanto riportato nel brano, sia vera, falsa oppure non sia possibile ricavare questo dato dal testo perché mancano informazioni

ATTENZIONE: Per questo tipo di quesiti non è necessario imparare formule, ma è fondamentale fare pratica per capirne la tipologia e ottimizzare i tempi di risposta.

Vediamo un esempio di quesito della prima tipologia!

Esempio

Quesito:

Nel rispondere alla prossima domanda si consideri il brano che segue.

“Le persone che bevono caffè sembrano vivere più a lungo, poiché bere caffè è associato a un minor rischio di morte per malattie cardiache, cancro, ictus, diabete e malattie renali. Le persone che consumano una tazza di caffè al giorno hanno il 12% in meno di probabilità di morire per queste cause, rispetto a chi non beve caffè. Questa associazione è ancora più forte per coloro che bevono due o tre tazze al giorno: la possibilità di morire per le cause prima descritte si riduce del 18%. È presente una mortalità più bassa indipendentemente dal fatto che le persone bevano caffè normale o decaffeinato, suggerendo che l’associazione non è legata alla caffeina.”

Quale delle seguenti affermazioni indebolirebbe la conclusione presentata nel testo?

  1. Su 100 persone intervistate, 30 bevono caffé normale e 20 bevono caffé decaffeinato
  2. Nel 2020, 100.000 persone sono morte per ictus, di cui 20.000 bevevano caffé decaffeinato e 40.000 bevevano caffé normale
  3. Bere una tazza di acqua e caffeina al giorno riduce del 12% la probabilità di morte per malattie cardiache, cancro, ictus, diabete e malattie renali
  4. Le persone che bevono caffé decaffeinato muoiono più spesso di diabete
  5. Bere caffé con caffeina ha effetti deleteri sullo smalto dentale e può portare a disturbi dell’apparato nervoso

Soluzione: C. L’unica affermazione che indebolisce la tesi per cui “l’associazione non è legata alla caffeina”, ovvero che i benefici non sono dovuti alla caffeina, è la risposta C. Infatti, bevendo acqua e caffeina, si dice che si riduce del 12% (esattamente come per il caffé) la probabilità di morire per le stesse malattie descritte. Ne deduciamo che quindi la caffeina potrebbe effettivamente avere un effetto benefico, che la tesi invece esclude.

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Fonte: unibocconi.it

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